La solidarietà passa dagli emigranti

L’associazione «Veronesi nel Mondo» si attiva per dare sostegno attraverso i suoi circoli all’estero alle opere missionarie dei religiosi scaligeri impegnati nella conduzione di scuole e centri formativi

Esportare il modello veronese di solidarietà in tutto il mondo attraverso i circoli all’estero dei «Veronesi nel mondo». È l’obiettivo dell’associazione nata 35 anni fa, che conta circa seimila soci sparsi sul pianeta, il cui presidente è Giuseppe Ceni. Il sodalizio, nato nel 1972 con lo scopo, tra gli altri, di fornire assistenza morale ed eventualmente materiale ai veronesi emigrati e a quelli che intendevano rimpatriare, è istituzionalmente sostenuto dalla Camera di Commercio, dalla regione Veneto, dalla Provincia e dal Comune di Verona e dalla curia vescovile. Dal 1974 è iniziata la pubblicazione del periodico «Veronesi nel mondo» indirizzata a tutti i soci sparsi nel mondo e suddivisi nei circoli di Svizzera, Francia, Germania, Danimarca, Olanda, Lussemburgo, Belgio, Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Australia, Sudafrica, Colombia, Argentina e Brasile, a cui si aggiungono i circoli degli ex emigranti dislocati nelle varie aree del territorio scaligero. Un altro progetto di solidarietà riguarda l’Istituto dei Poveri Servi della Divina Provvidenza di Porto Alegre, in Brasile, dove i missionari calabriani hanno fondato il Centro di educazione professionale San Giovanni Calabria, situato nella periferia sud della città. Qui, da 43 anni, la scuola professionale riceve adolescenti (oggi sono circa 600) appartenenti ai ceti sociali più poveri. L’80 per cento dei giovani usciti da questa scuola è riuscita a trovare lavoro sfuggendo all’emarginazione e alla criminalità. Ora questo centro diventerà anche la sede di un progetto ambizioso e innovativo per il Brasile: l’inserimento di 60 adolescenti tra i 14 e i 17 anni con ritardi mentali o disturbi specifici dell’apprendimento nei corsi triennali di formazione professionale.
Il progetto si chiama significativamente « A modo loro» e prevede l’intervento dell’Associazione Veronesi nel Mondo durante la fase di avvio, cioè nei primi tre anni, per raggiungere successivamente l’autofinanziamento che garantirà la continuità dell’esperienza negli anni successivi per mezzo di risorse proprie, di convenzioni con enti pubblici e con i privati. Nell’ultimo numero di «Veronesi nel Mondo», che porta gli auguri del vescovo, padre Flavio Roberto Carraro, ai seimila veronesi sparsi sul pianeta, non manca un tipico tocco di «veronesità» in cucina, cioè la ricetta della «pearà» scritta da Giorgio Gioco (che è anche uno tre probiviri dell’associazione), insieme a quelle delle «taiadele col ragù», della «faraona a rosto», dei «zaleti» e dei «tortei co’ la marmelata». «La ricetta della pearà ci era stata chiesta proprio in occasione del convegno a Buenos Aires», spiega il presidente Ceni, «perchè tra i veronesi all’estero, soprattutto tra i loro discendenti, c’è una gran voglia di conoscere la cucina veneta e veronese in particolare». Sempre sul fronte delle pubblicazioni, da ricordare quella del libro fotografico di Enzo e Raffaello Bassotto dedicato a Verona con immagini degli ultimi 50 anni.

di Elena Cardinali
da L’Arena

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