L’export mette in salvo l’occhialeria

BELLUNO — Un comparto che tiene grazie all’export, nessuna chiusura aziendale nel 2013, l’aumento dei contratti a tempo indeterminato nonostante una leggera flessione delle assunzioni: è la fotografia dello stato di salute dell’occhialeria bellunese, pochi giorni dopo la Mido, la Mostra internazionale di ottica, optometria e oftalmologia svoltasi nel weekend scorso a Rho (Milano). «Gli imprenditori sono usciti incoraggiati dall’esposizione, il mercato estero si è confermato trainante» ha spiegato Lorraine Berton, presidentessa di Sipao (Sezione Industrie produttrici di articoli per l’occhialeria, costola di Confindustria Belluno Dolomiti). «Però rimangono alcuni problemi – ha aggiunto – come le promesse non ancora mantenute dai vari governi su cuneo fiscale, burocrazia e accesso al credito ». Nonostante ciò, comunque, le 235 imprese dell’occhialeria bellunese non sono calate di un’unità: sempre al loro posto i 134 artigiani e le 101 imprese industriali. A livello italiano il fatturato dell’occhialeria è in crescita e questo non può che aiutare il Bellunese, che da solo produce quasi l’80% delle esportazioni italiane di occhiali (cresciute del 7,2% nell’ultimo anno), merito anche dei nuovi mercati, dalla Cina, alla Russia, al Sud America. «Ora però la politica intervenga, che spinga le banche a sostenere le imprese – ha commentato Berton – perché finora le imprese di Belluno, e del Nord Est in generale, si sono dimostrate sane». L’occhialeria bellunese punta fortemente sulla formazione superiore. «All’Itis Segato di Belluno è attivo un percorso formativo incentrato sull’occhiale – ha spiegato la presidentessa di Sipao – Il nostro obiettivo è quello di attirare anche un numero crescente di ragazze: spesso i loro coetanei guadagnano di più solo perché sono specializzati, ma con le tecnologie attuali e gli strumenti più maneggevoli ci sono nuove opportunità al femminile ». Rispetto ad altri settori, l’occhialeria sembra subire meno scossoni occupazionali, nonostante una lieve flessione: dai dati del collocamento, pubblico e privato, nei primi 9 mesi del 2013 i rapporti di lavoro terminati sono stati solo 35 più delle assunzioni, dopo due anni in cui gli occupati erano stati circa 100 l’anno in più dei disoccupati. Lo sbilancio tra contratti a tempo indeterminato e quelli interinali si è ridotto, così come quello tra la cessazione dei rapporti di lavoro e le nuove assunzioni con contratti senza data di scadenza. (dal Corriere del Veneto)

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