NATIONAL GALLERY DI LONDRA: IL MERITO VERONESE

di Gaia Vangelisti

Esistono dei quaderni di viaggio, risalenti agli anni ’50 del 1800, che giacciono solenni e forse un po’ polverosi negli archivi della National Gallery di Londra. Tra quei fogli, scritti con una ricamata calligrafia ed un inglese ortodosso, decisamente pulito dalle contaminazioni che lo avrebbero “sporcato” nel decennio successivo, si cela la storia del collezionismo italiano di quegli anni. Fino al 2005, questi taccuini, circa una quarantina, erano un materiale inedito, sul quale pochi si sarebbero cimentati nella traduzione e nell’identificazione, spesso davvero complicata, delle opere in esso citate. Questa sfida è stata accolta con entusiasmo e dedizione, da alcuni giovani laureandi dell’Università Statale di Milano, che hanno reso consultabili nelle biblioteche d’Italia, queste fonti preziose, per la ricerca della storia dell’arte. L’autore è Sir Charles Lock Eastlake, noto pittore e scrittore del suo tempo, ma prima di tutto, Primo Direttore della National Gallery di Londra, nel 1855. Possiamo affermare che senza il suo contributo, il rinomato museo londinese, oggi non sarebbe lo stesso! Dobbiamo immaginare la sua figura come quella di un elegante e colto sessantenne, con il classico frac, cilindro e bastone, alle prese con un grande incarico: arricchire con opere d’arte di prestigio, quello che sarebbe diventato il primo nucleo del museo nazionale inglese. La sua politica di acquisizione di dipinti, è documentata dai suoi viaggi attraverso le regioni d’Italia ed è dettata da un grande senso critico sugli aspetti tecnici, sull’ attribuzione dell’opera e sull’ eligibility, termine da lui usato per esprimere l’idoneità all’acquisto. Viaggia in carrozza, con malcelata scomodità, suggerita dalla sua imprecisa grafia e dai suoi schizzi. E’ affiancato dalla moglie, Lady Eastlake e da altri collaboratori, tra cui spicca il nome di Otto Mundler. Il Direttore soggiorna nella città veneta sette volte nell’arco di 15 anni, a partire dal 1852. Durante i suoi primi viaggi, si deduce dalle sue frettolose abbreviazioni, che sono le chiese il centro della sua curiosità a Verona. In pimis, San Giorgio In Braida, dove descrive le opere di Girolamo Dai Libri, del Caroto, del Moretto e anche del Veronese; non può mancare San Zeno e la sua celebre Pala del Mantegna, Santa Anastasia con il suo Pisanello. La sua carrozza poi, lo condurrà al Palazzo del Consiglio, l’attuale Loggia del Consiglio, in piazza dei Signori, che in quegli anni ospita opere di soggetto civico e politco. Segue il Museo Pompei, sede delle collezioni provenienti dalla famiglia Pompei e dalla famiglia Monga. Altre raccolte che sembra privilegiare e che vede a più riprese, sono quella di Cesare Bernasconi e la collezione Monga. Stando ad una guida su Verona di Giuseppe Maria Rossi, del 1854, si potevano contare circa 35 gallerie private. La maggior parte di esse portava il nome della famiglia di appartenenza e ad oggi è quasi impossibile ricostruire la loro vita, perché nel tempo si sono disgregate. Dai taccuini veronesi, risalenti al 1852, emerge il panorama del collezionismo veronese con la messa in luce di numerose case che ospitano delle vere collezioni private, ubicate nel centro storico di Verona. La città scaligera in quegli anni è un covo di collezionisti, che nascondono gelosamente le opere d’arte nello scantinato della loro abitazione di piazza Erbe, piuttosto che all’ultimo piano della casetta di piazza Dante. Verona brulica disordinatamente, di dipinti prestigiosi, nascosti, acquistati, trafugati e poi scoperti dall’occhio critico e acuto del nostro Eastlake. La maggior parte dei dipinti presi in considerazione e non acquistati per Londra, sono oggi conservati al Museo di Castelvecchio e nei suoi depositi. Le opere veronesi invece, che hanno passato l’esame dell’occhio critico di Eastlake e che sono poi state acquistate sono: Portrait of an elderly man, di Francesco Bonsignori dalla collezione Bernasconi, Saint Roch del Cavazzola dalla collezione Monga, The Virgin and the little Saint John, dello stesso autore, da Casa Rotari, Giusti’s Portraits di Antonio da Vendri da Casa Monga; The Virgin with the Child and Saint Anna, di Girolamo Dai libri da Monga, The Holy Familty with little Saint John, del Mantegna, dalla raccolta Monga. Diamo con orgoglio il nostro riconoscimento a Verona per aver contribuito alla creazione della National Gallery e passeggiamo per la nostra città, immaginandoci la carrozza di Eastlake, la sua penna, i suoi taccuini, che tanto ci hanno raccontato

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