Veronesi nel mondo per fare squadra

Più coordinamento e qualche fondo economico dalla Regione. Sono le pricipali richieste emerse dall’incontro delle associazioni venete dell’emigrazione che si è svolto ieri alla Camera di Commercio, al cui inizio ha dato il suo saluto il presidente dell’ente camerale, il dottor Fabio Bortolazzi. L’iniziativa di radunare i rappresentanti delle diverse realtà associative venete dell’area dell’emigrazione è stata dell’onorevole Giuseppe Riccardo Ceni, presidente dell’associazione “Veronesi nel mondo” che ha sollecitato i colleghi a far richiesta alla Regione Veneto di uno stanziamento minimo di fondi per consentire ai diversi sodalizi di “poter esistere”. La Regione, infatti, finanzia i progetti delle associazioni ma, ha precisato Ceni, “anche per poter realizzare i progetti occorre avere una sede e pagare delle spese per tenerla funzionante”. Le associazioni venete degli emigranti sono ormai uno dei pochi legami che numerose persone trasferitesi da molti anni all’estero mantengono con la madre patria. Basti pensare che solo nel Comune di verona sono circa 7000 i veronesi iscritti all’Aire, l’Anagrafe dei residenti italiani all’estero (che ricevono regolari communicazioni dai Comuni d’appartenanza) mentre quelli dell’intera provincia sono circa 35.000. L’incontro di ieri, precisa il presidente Ceni, “ha permesso uno scambio di idee, esperienze e programmi tra i diversi rappresentanti dei sodalizi veneti e l’esigenza più sentita è quella del coordinamento, di fare squadra per ottimizzare le attività e ridurre le spese. Credo che sia la formula vincente per il futuro: pur mantenendo ciascuno le proprie peculiarità, i veneti devono fare sistema per mantenere saldi i rapporti sia con i vecchi migranti ma anche con i loro discendenti, gettando le basi per una solidarietà futura anche tra i migranti del terzo millennio, professionisti e manager che sanno esportare nel mondo il modello veneto dell’imprenditoria e della solidarietà”.

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